Esse, opera musicata per un'attrice, Gabriella Rusticali/Monica Petracci
Ha qualcosa di misterioso e incandescente come la lava di un vulcano la voce di Gabriella Rusticali: fuso viscoso che nasce ad alte temperature al centro della Terra ed effonde, abbondante, in una colonna eruttiva. Il suo è un corpo profondo e oscuro come camera magmatica in cui le parole accartocciate vengono ruminate e impastate per poi ricomporsi in diversi stadi di materia vocale.
A farsi carne questa volta sono le musiche di Bob Dylan e Kurt Weill, nonché i testi di Carmelo Bene, Mariangela Gualtieri e Jeanette Winterson. Seguendo le sonorità della chitarra di Vanni Bendi, l’energia della storica attrice del Teatro Valdoca si fonde con le proiezioni di Monica Petracci in Esse. Opera musicata per un’attrice. La grafica cambia ad ogni vibrazione del canto e del suono con immagini che riproducono spazi incommensurabili oppure estremamente noti, le stelle o una spiaggia, un bosco incantato o un cane che corre, non importa.
È il ricordo di un mondo lontanissimo che forse non c’è più o magari è sempre in sottofondo, greve e pesante come l’eco del big bang: risonanza penetrante e arcana, sconosciuta o quotidiana, sicuramente sensuale e istintiva come la presenza del cane che sopraggiunge in scena e, ignaro del gioco, vive della spontaneità di una carezza.
Elisa Cuciniello
Ha qualcosa di misterioso e incandescente come la lava di un vulcano la voce di Gabriella Rusticali: fuso viscoso che nasce ad alte temperature al centro della Terra ed effonde, abbondante, in una colonna eruttiva. Il suo è un corpo profondo e oscuro come camera magmatica in cui le parole accartocciate vengono ruminate e impastate per poi ricomporsi in diversi stadi di materia vocale.
A farsi carne questa volta sono le musiche di Bob Dylan e Kurt Weill, nonché i testi di Carmelo Bene, Mariangela Gualtieri e Jeanette Winterson. Seguendo le sonorità della chitarra di Vanni Bendi, l’energia della storica attrice del Teatro Valdoca si fonde con le proiezioni di Monica Petracci in Esse. Opera musicata per un’attrice. La grafica cambia ad ogni vibrazione del canto e del suono con immagini che riproducono spazi incommensurabili oppure estremamente noti, le stelle o una spiaggia, un bosco incantato o un cane che corre, non importa.
È il ricordo di un mondo lontanissimo che forse non c’è più o magari è sempre in sottofondo, greve e pesante come l’eco del big bang: risonanza penetrante e arcana, sconosciuta o quotidiana, sicuramente sensuale e istintiva come la presenza del cane che sopraggiunge in scena e, ignaro del gioco, vive della spontaneità di una carezza.
Elisa Cuciniello
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