CHI SIAMO

Second Open Space Teatro presenta la seconda edizione bloggistica del laboratorio di scrittura critica focalizzato sugli eventi della stagione 2009 del Centro di promozione teatrale La Soffitta e anche su altri appuntamenti scenici.

S.O.S. come acronimo di Second Open Space, imperiodico foglio online scritto da studenti della Laurea Specialistica in Discipline Teatrali dell'Università di Bologna, che si cimentano con l'analisi e il racconto dello spettacolo, sotto la guida di Massimo Marino.
S.O.S. come segnale, allarme, chiamata all'intervento, alla partecipazione e alla collaborazione per creare e accrescere gli sguardi sulla realtà teatrale attraverso cronache, interviste, recensioni, approfondimenti.
S.O.S. come piattaforma online di soccorso al pensiero aperta a commenti, suggestioni, contributi esterni da parte dei lettori.

Buona navigazione!

DIRETTORE Massimo Marino

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Tomas Kutinjac

WEB Elisa Cuciniello

SCRIVONO Emilia Biunno, Elisa Cuciniello, Irene Cinti, Sandro Ghisi, Tomas Kutinjac, Stefano Serri
- e per la rassegna DiversaMente - Alessandra Cava, Alessandra Ferrari, Antonio Raciti

ATTENZIONE! Questo blog è realizzato dal laboratorio in completa autonomia dal DMS dell’Università di Bologna

lunedì 16 marzo 2009

UNA DIVINA MACCHINA DI DESIDERIO E MORTE

SHAKESPEARE/VENERE E ADONE - Valter Malosti
Spettacolo originale e travolgente è Shakespeare/Venere e Adone di Valter Malosti andato in scena il 3 marzo all’Arena del Sole nella sala Interaction, realizzato dal Teatro di Dioniso, presentato in collaborazione con il Centro teatrale La Soffitta. Soltanto due attori: uno straordinario Valter Malosti, che si è occupato anche della traduzione del testo e della ricerca musicale, protagonista indiscusso, unica voce sul palcoscenico, e un espressivo Daniele Trastu, muto in scena, abile danzatore, che fa parlare il suo corpo. Venere e Adone è un poemetto erotico-pastorale che William Shakespeare dedicò, nel 1593, al suo protettore, il giovane conte di Southampton. Una dea innamorata, dominata dall’eros, pazza di desiderio, e un giovane uomo bellissimo, che le sfugge, finendo ucciso tra le zanne di un cinghiale, sono i due protagonisti di Venere e Adone, interpretati magnificamente da Valter Malosti e Daniele Trastu. La scena si apre con un leggero sottofondo musicale. Al centro del palco si vedono due binari, dove appare magicamente una piccola pedana, di appena ottanta centimetri, che trasporta i due attori. La pedana è un teatro-carro che arriva di fronte a noi da un altro luogo e forse anche da un’altra dimensione temporale, con sopra la dea dell’amore, abbracciata ad Adone, quasi a formare un unico corpo. Un carro che simboleggia lo scorrere del tempo, la brevità della vita e l’effimero dell’amore, ma anche un congegno cinematografico che si muove all’interno di una scena surreale, astratta e carica di piccoli misteri accentuati da giochi luminosi. Come afferma il regista Valter Malosti, Venere è presentata come una dea ex-macchina, portatrice di grande desiderio ma anche di morte per il suo oggetto d’amore, Adone, e sex-machine, macchina formidabile che tritura suoni e sputa parole. Creazione moderna, di forte impatto sia scenico che emotivo, pronta sempre a stupire come un’opera barocca che mentre suscita meraviglia rimanda al pensiero della morte e della fragilità dell’uomo. Malosti riprende la concezione drammatica di eros e thanatos, elementi fortemente intrecciati nella vita. Egli crea un’atmosfera che rievoca il realismo di Pasolini e richiama anche all’ironia napoletana, quando alterna una recitazione in dialetto a un’altra forte, incisiva e solenne, concentrata su vari timbri di voce, che rimandano al grande Carmelo Bene.
“Un intreccio di eccitazione erotica, dolore e freddo umorismo” come la definisce Stephen Greenblatt, professore all'Università di Harvard. Venere e Adone non solo fu la prima opera di Shakespeare ad essere stampata ma anche quello che oggi si direbbe un successo editoriale. Dopo Macbeth, Valter Malosti ritorna a Shakespeare portandone in scena un piccolo capolavoro, un concentrato di furbizia, comicità naturale e istintiva sensualità, che diviene per il regista torinese un punto di partenza per una ricerca sulle variazioni, le forme e i contrasti inerenti al tema “amore”. Malosti, regista e attore protagonista interpreta en-travesti una Venere capace di condurre il pur solitario Adone, danzando e giocando con l’eros, in un tragico finale. Un’educazione sentimentale al contrario!
Irene Cinti

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